Della mia Garbagnate si parla ultimamente in merito a un ipotesi progettuale che riguarda un tratto di via Forlanini e che potrebbe interessare il per me prezioso e storico filare di Bagolaro e Olmo che ricordo dalla mia infanzia.
Il progetto, se riguarda un tratto di pista ciclabile è di per se interessante, sono favorevole alla mobilità alternativa e sicuramente un percorso ciclo-pedonale tra la stazione e l’ospedale e le annesse piste ciclabili del Parco Groane ha il suo perché.
Meno auto in circolazione, mobilità sostenibile, qualità della vita in aumento, riduzione dell’inquinamento, seppur contenuto.
Direi fin qui tutto bene,ho percorso più volte il tratto di strada in questione, fatto fotografie, preso qualche misura, a mio parere c’è lo spazio per realizzare l’intervento senza disturbo per lo storico filare, composto da Bagolaro e Olmo.
Si ritiene (a torto) che il Bagolaro (nome scientifico Celtis Australis), sia pianta poco adatta per le alberature cittadine in quanto “spaccasassi”. Vorrei sfatare questo luogo comune, per evitare possibili danni alle opere cittadine quali marciapiedi e percorsi pedonali è sufficiente lasciare spazio per la crescita dell’albero e questo aspetto si nota molto bene proprio in via Forlanini, in quanto nel tratto senza marciapiedi, non si evidenziano radici superficiali o sollevamenti del terreno (vedi foto), mentre questi effetti si notano in tratti ove l’albero, che può superare i 25 metri d’altezza e i 500 anni d’età, è completamente contornato da marciapiedi, per esempio, in alcuni punti di via Don Mazzolari. Tra l’altro, in quest’ultima Via recentemente è stata rifatta la cordonatura stradale e il marciapiede in asfalto rimosso lasciando la terra battuta (vedi foto).

La mia preoccupazione nasce da un interpretazione, spero sbagliata, dell’articolo pubblicato su “il Notiziario” sul possibile intervento, e che mi ha lasciato il dubbio che si possa intervenire sul patrimonio arboreo del viale, un pezzo di storia della mia città.
Non voglio pensare che si possa intervenire per sostituire queste piante con altre “migliori”, non credo che ve ne siano e a sostegno di questa mia tesi desidero indicare alcuni siti web ove i cittadini possano farsi un opinione:
- https://www.focus.it/scienza/
salute/quali-sono-gli-alberi- migliori-per-le-citta - https://www.lifegate.it/
persone/stile-di-vita/citta- alberi-smog-inquinamento - http://www.conalpa.it/alberi-
e-arbusti-anti-inquinamento/
Ribadendo che non sono ostile alla realizzazione di una pista ciclabile ritengo vi siano le condizioni di realizzazione della stessa purché si presti grande attenzione a come si faranno gli interventi di posa della stessa, evitando la realizzazione di un marciapiede nelle vicinanze degli alberi, magari riducendo leggermente l’ampiezza della strada qualora servissero tombini e scarichi, ma sopratutto, evitando in ogni modo di danneggiare il tronco, la chioma e sopratutto l’apparato radicale, per non creare le condizioni per l’instabilità o la deperienza degli alberi stessi che porterebbe all’abbattimento.
Questo rischio può essere evitato redigendo un puntuale capitolato per evitare possibili danneggiamenti e modalità di difesa degli alberi stessi e con puntuale vigilanza per il rispetto dello stesso.
Esempi di capitolati di questo tipo sono facilmente reperibili in rete e vi porto come esempio quello del comune di La Spezia: https://www.slideshare.net/MarcoGrondacci/capitolato-prescrizioni-cantiere
In sintesi mi aspetto che il mio comune riservi massima attenzione e tutela al suo patrimonio arboreo, sopratutto quello “storico”, non potrei accettare a cuor leggero di veder scomparire per leggerezza, imperizia o scelta qualcosa che ho sempre visto nel mio quotidiano, per cui non desidero, qualora si arrivi al progetto esecutivo e alla sua realizzazione che gli alberi del filare siano danneggiati o, ancor peggio tagliati e sostituiti, lo dichiaro prima e non a cose fatte.
Gli alberi sono esseri viventi generosi che danno molto e meritano di ricevere, quantomeno, il dovuto rispetto.
Maurizio Borghi