Ci vorrebbe un miracolo

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Foto da flickr by M@rcello;-)

Diciamoci la verità, la crisi politica a Garbagnate Milanese è arrivata ad un punto tale che ci vorrebbe un miracolo per evitare che si vada ad elezioni anticipate.

Sono infatti passati poco più di due anni e mezzo dall’insediamento della giunta Marone, ma è negli ultimi 12 mesi che le diatribe, le ripicche e i malumori all’interno della maggioranza hanno preso il sopravvento.

Ricordo le dimissioni dell’Assesore alla sicurezza Zappettini, poi ritirate a seguito di un chiarimento politico; quindi le dimissioni dell’Assessore all’Istruzione Bernareggi, apparentemente per motivi personali, che non è più stato rimpiazzata e le minacce di dimissioni di Leonardo Elia quale Consigliere con delega al Commercio poi rientrate.

Ci sono poi questioni politiche che hanno visto l’Amministrazione Comunale in contrapposizione netta nei confronti di Comitati spontanei di cittadini sulla questione del Palazzo di 10 piani in via Varese e più di un Consiglio Comunale nel quale la maggioranza è stata battuta su alcune scelte strategiche quali la gestione della fornace Maciachini anche e sopratutto grazie ad alcuni dissidenti all’interno dello stesso schieramento del Pdl.

Ci sono state poi questioni delicate che a mio parere sono state gestite non nella maniera corretta, mi riferisco in particolare alla questione del Centro Commerciale nell’area ex-Alfa Romeo nella quale si è cambiato idea strada facendo; o ancora la gestione del progetto del Palazzo di via Varese; per non parlare di questioni di cui abbiamo già affrontato come la gestione del giornalino comunale e il cambio di denominazione della Stazione Serenella.

Ovviamente non è tutto da buttar via quello che è stato fatto, ma avrò modo in un’altro post per elencare quelli che sono stati i punti a favore del lavoro svolto da Marone e dalla sua Giunta, mi sembra invece interessante ricordare alcune parole, tratte dal Programma elettorale del Sindaco, che stanno a testimoniare che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”:

Siamo orgogliosi di voler riportare nella vita politica la moralità del fare, che consiste nel ricercare, risvegliare e attivare le energie e le virtù migliori di una città, chiedendo loro di mettersi in gioco in prima persona per costruire “il nuovo” nell’interesse comune, seguendo la logica dell’ottimismo e del pensiero positivo piuttosto che del disincanto e del cinismo.

Ci opporremo a nomenclature autoreferenziali, aperti alle dinamiche innovative della realtà sociale, garantendo una permanente ed apprezzata rappresentanza della società civile

La libera circolazione delle idee ed il rifiuto di ogni cristallizzazione dei poteri locali sono l’essenza stessa della nostra apertura.

Costruiremo una città dove saranno recuperati i valori, le capacità ed il rispetto per le persone, punti da troppo tempo calpestati e dimenticati.

Sosteniamo la creatività contro la burocrazia, la meritocrazia in luogo della mediocrità, il coraggio contro il conformismo

Adesso non ci resta che aspettare per vedere se dal cilindro di Marone esce la soluzione per ricompattare la maggioranza e concludere il mandato, anche se come ho già detto “ci vorrebbe un miracolo” o se lo stesso Marone sarà costretto suo malgrado a dare le dimissioni.

 

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